Ricordi istriani by Giani STUPARICH

Ricordi istriani by Giani STUPARICH

autore:Giani STUPARICH
La lingua: ita
Format: epub, mobi
editore: Editoriale FVG S.p.A.
pubblicato: 2007-05-14T16:00:00+00:00


Su una fotografia

Ho davanti a me, e non posso staccarne gli occhi, una fotografia colorata, anzi un montaggio fotografico che risale a una sessantina d’anni fa, all’inizio dunque di questo genere che ha avuto poi tanta fortuna. Allora i montaggi li facevano soltanto i fotografi provetti, com’era il nostro amico Ernesto Circovich. Infatti, fattura sua è il quadretto che ho sotto gli occhi.

C'è un gruppo al centro, con persone in piedi, altre sedute, altre sdraiate, su un bellissimo prato verde che confina col mare. Tra mare e prato una scogliera. Il mare è azzurro estivo ed è seminato di teste di bagnanti (fra queste ci sono anch’io, ragazzetto). Più in là si vedono tre casotti, ai quali fa da sentinella un altro ragazzino con un fucile di legno.

M’accorgo però con malinconia che la maggior parte delle persone ritrattate non è più su questa terra. C'è sul quadretto, e non più sulla terra, anche lui, l’autore, Ernesto Circovich: sdraiato sul prato, egli ride a bocca spalancata coi suoi magnifici denti scoperti. Il tono di tutto il quadro è allegro, sereno, idilliaco. Mare cielo ed erba sono chiari e mossi, come le figure e i visi delle persone che lo animano.

Siamo sullo Scoglio d’Isola e il prato è quel prato dove tanto ci divertimmo da ragazzi. E la scogliera è quella dove passavamo tutte le mattine a pescar masinete e pesciolini, fino all’ora del bagno. In quei casotti si spogliavano i grandi e le ragazze; noi maschietti avevamo già indosso il costume, che consisteva in un semplice paio di mutandine di lana.

C’è mio padre, come me lo ricordo in quegli anni, nel pieno vigore dell’età. Da tutta la sua figura emana una vitalità esuberante: alto e dritto, in maglietta, con le braccia muscolose di fuori, il volto ridente e i lunghi baffi castani che gli danno un’aria d’imperio, piena però di socievolezza e di bontà. Anche nel quadretto, lo si vede subito, è lui che domina con la sua chiara presenza, con le sue iniziative e le sue scherzose trovate.

Tutti i miei di famiglia ci sono in questo quadretto, e c’è la famiglia di Aldo Urbani, il mio inseparabile amico d’adolescenza, e ci sono gli amici che venivano a trovarci. E appunto per celebrare una di queste visite di fine settimana, il buon Circovich ci regalò la sorpresa del quadretto, componendo con arte certe istantanee che egli ci aveva fatto a nostra insaputa.

Quanta festosità in quei sabato sera, in cui arrivavano gli amici e in quelle domeniche passate fra scherzi e squilli di risa e giochi e bagni e vogate e canti. Ci si restringeva per ospitarli, si stendevano per terra materassi nelle camere, diventate camerate, nei corridoi, persino in cucina.

La sera andavamo a coricarci presto, in vista della levata con l’alba, ma non si finiva più di baccanare e ci si addormentava assai tardi. Ciononostante, la mattina col primo chiarore tutti eravamo in piedi, gai e contenti.

Papà andava a prendere la barca nel porticciolo del paese. Noi si portava gli ospiti



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